sabato 1 agosto 2009

Ricostruzione del tracciato della ferrovia Palermo-Camporeale. Parte prima: dalla Stazione Lolli alla via Falconara


La linea partiva dalla Stazione Lolli, e per un primo tratto il tracciato era comune con quello della linea Palermo-Trapani. La sede stradale, priva dell'armamento, è ancora ben visibile dalla Stazione Lolli (vi si sta lavorando per la realizzazione del "passante ferroviario") fino al punto in cui si interrompe bruscamente, tra la via Damiani Almejda e la via Bonfiglio.

L'attuale tracciato del binario in trincea non ricalca esattamente il percorso dell'originale sul piano di campagna. Questo infatti puntava più a nord, divergendo quindi leggermente dall'asse viario dell'attuale via Umberto Giordano fino all'altezza della via Rapisardi; indi deviava verso ovest, descrivendo una specie di "V" molto aperta con il vertice in corrispondenza di via Rapisardi.



Questa descrizione è una ricostruzione che ho eseguito sulla base delle restanti tracce della linea Palermo-Trapani, ma che ho successivamente confrontato con mappe della città risalenti agli anni Cinquanta-Sessanta, rivelandosi esatta.



Il tracciato della Palermo-Salaparuta avrebbe dovuto distaccarsi da quello della linea Palermo-Trapani tra le vie Daidone ed Umberto Giordano all'altezza del confine Sud di piazza Strauss, e curvare passando in prossimità del confine Nord della medesima piazza.


Non sono in possesso di alcuna documentazione che giustifichi la mia ricostruzione; essa si basa solo sul fatto che la curva doveva avere un limite Est rappresentato dal binario della Palermo-Trapani, e che in corrispondenza di piazza Chopin essa dovesse già essersi rettificata:





Ho notato che le curve che il tracciato compie più avanti (ad es. lungo il tragitto nella valle dell'Oreto o tra Piana degli Albanesi e San Cipirello) hanno tutte un raggio di curvatura
simile, Non so se ciò fosse dovuto al metodo di tracciamento, al fatto di avere dei binari curvi già predisposti o se sia semplice coincidenza; ho comunque sovrapposto la traiettoria di una di tali curve alla zona interessata, ed il risultato non cambia:






Alternative a questa configurazione probabilmente implicherebbero un diverso tragitto del percorso successivo; questo avrebbe seguito il confine Nord di piazza Chopin, sarebbe passato davanti il Villino Giammona ed avrebbe proseguito per via Paisiello sino in viale della Regione Siciliana.


Vi è da dire, però, che la ricostruzione si basa su un assunto, che è un'arbitraria estrapolazione da quanto affermato nel contesto della voce di Wikipedia, e cioè sul fatto che i binari a scartamento ordinario e ridotto, oltre a decorrere affiancati, fossero anche paralleli. La configurazione a "V" larga con il vertice a livello della via Notarbartolo è una ricostruzione valida , poi verificata sulle carte stradali, del tracciato della Palermo-Trapani; se il tracciato della Palermo-Salaparuta non fosse stato parallelo al primo, la ricostruzione non sarebbe valida per quest'ultimo. Da un altro fermo immagine ricavato dal filmato in mio possesso, che ritrae il luogo dove sarebbe sorto l'edificio che affianca la stazione Notarbartolo (al suo posto vi era una grande vasca) sembra potersi dedurre che in quel tratto i due binari fossero divergenti, e che tra i due, all'altezza di via Rapisardi, vi fosse un muro divisorio. In questo caso il tracciato avrebbe dovuto avere un andamento leggermente diverso, ma comunque simile a causa del della deviazione ad Ovest del binario a scartamento ordinario:




E' verosimile che la villetta condominiale al limite Nord di piazza Chopin corrisponda alla sede del tracciato, ma dubito che, come è stato detto, il muro possa essere dell'epoca.




Un'altra "anomalia" consiste nel fatto che la facciata del villino Giammona ed il tratto iniziale di via Paisiello risultano allineate tra loro, ma non con il resto della via Paisiello; pertanto, è possibile che la curva del tracciato abbia condotto lo stesso a Nord di piazza Chopin. Per dirimere il dubbio occorrerebbe consultare le mappe IGM dell'epoca.




Oltrepassato l'attuale viale della Regione Siciliana, i resti del tracciato consistono in un'intercapedine il cui imbocco si trova tra una stazione di servizio ed una recinzione condominiale.




Dopo un centinaio di metri vi è un cancello oltre il quale vi è un muro di recinzione. Il tracciato continua al di là del muro, all'interno della recinzione che racchiude una zona residenziale (villette), ed è stato almeno parzialmente convertito in strada transitabile, asfaltata, interna alla zona residenziale. O almeno così pare dalle immagini satellitari. Esso termina bruscamente contro il muro di cinta che separa la zona residenziale dal nuovo tratto della via Bernini:



fino al 2005 però poteva essere perfettamente seguito fino alla via Uditore:



La zona residenziale è infatti quella in cui abitava il latitante Salvatore Riina; nel corso del 2006, il terreno tra l'attuale via Bernini e la via Uditore venne spianato per l'utilizzo come rimessa, e successivamente la realizzazione del nuovo tratto di via Bernini, così ogni traccia venne cancellata.

Residui del piano di regolamento potrebbero trovarsi in una proprietà privata adiacente al terreno usato come rimessa, lungo il muro di cinta; il cancello che chiude la proprietà si apre su via Uditore, di fronte alla casa cantoniera, che sorge al terzo chilometro dalla Stazione Lolli.



Questa è in perfette condizioni ed abitata; dietro di essa la sede stradale seguiva quella che è attualmente un'intercapedine tra edifici, il cui imbocco è in via Camillani, chiuso da un cancello, e che finisce a fondo cieco contro una recinzione che delimita un'area di un esercizio commerciale.



Ancora più avanti vi è un'altra area commerciale, di una concessionaria di automobili. All'interno delle aree commerciali, l'allineamento di alcuni febbricati ricalca verosimilmente l'andamento del tracciato fino allo sbocco in via Beato Angelico. C'è da chiedersi come del terreno demaniale sia potuto venire inglobato in terreni privati adibiti ad aree commerciali; e soprattutto come sia possibile che l'intercapedine con sbocco in via Camillani possa risultare chiusa. Dalle fotografie effettuate da sanna03 non è possibile evincere l'esistenza del cancello nel 2004, ma l'immagine potrebbe essere stata colta con l'obiettivo inserito tra le sbarre del cancello.

Oltre la via Beato Angelico, il tracciato continua all'interno di un terreno recintato. Lo sbocco dalla concessionaria in via Beato Angelico sarebbe segnato da un cancello, ed esattamente di fronte vi è una sorta di "varco" nella recinzione. Dietro di esso, dall'esterno, sono visibili i resti del rilevato.



Il tracciato attraversa diagonalmente il terreno e viene interrotto dal muro di confine con via Pozzo; dall'altra parte della strada, la prosecuzione sarebbe avvenuta in corrispondenza di un cancello in ferro, di realizzazione posteriore alla data delle fotografie di sanna03.





La linea del tracciato segue il confine di un campo sportivo; dopo poco più,di 200m inizia il muro che doveva delimitare il piazzale della stazione di Uditore. E' verosimile che sanna03 abbia avuto accesso al muro di confine accedendo dalla via Aci, adesso chiusa da cancelli, riuscendo a riprendere la stazione da tale posizione.
Il tracciato a questo punto (3600m) giunge al piazzale della stazione, e prosegue fino ad essere interrotto dalla via Leonardo da Vinci; la zona in cui sorge è recintata e chiusa da un cancello.
La stazione è parzialmente visibile da via Leonardo da Vinci, e si trova esattamente in corrispondenza della via Leonardo Ruggeri.



Ho tentato di riprendere la stazione (1 maggio 2009) chiedendo il permesso di accedere a coloro che vi risiedono, ma un ragazzo con faccia da deficiente e pettinatura adeguata al volto mi ha chiuso il cancello in faccia.

Sebbene è verosimile che stazioni e cantoniere sia abitate da eredi di legittimi proprietari, a suo tempo designati dalle Ferrovia dello Stato, mi sono chiesto come ciò possa venire esteso al demanio circostante, e cosa possa aver reso legittimo il fatto di impedirne l'accesso con cancelli. Comunque stiano le cose, la stazione non risulta accessibile.
La struttura della stazione sembra essere stata variata, in quanto sembra che nuove strutture siano state aggiunte in un secondo tempo. L'edificio originale doveva essere con tre luci sul prospetto (uno di quelli che ho designato come "stazione piccola" o "fermata"), ma non si capisce se fosse presente magazzino merci. Di sicuro, il rivestimento in tegole del tetto non è originale e mancano i comignoli. Il punto di intersezione tra il tracciato e la via Leonardo da Vinci non corrisponde al cancello, ma si troverebbe una decina di metri più avanti.



Sul versante opposto di via Leonardo da Vinci, il tracciato attraversa un terreno compreso tra questa e la via Evangelista di Blasi. Il percorso è visibile sulle fotografie satellitari di
GoogleEarth. Un varco nella recinzione, chiuso da un cancello, si trova in corrispondenza del punto in cui esso si continua mentre l'uscita su via Di Blasi è marcato da una discontinuità nel muro di cinta.



Il tracciato procedeva con andamento rettilineo, attraversando un campo e la via Agordat, fino all'inizio di via Dogali, ove, con una leggera curva verso Nord, si disponeva lungo la direttrice Est-Ovest. La via Dogali è stata realizzata ricalcando il tracciato, il cui sedime, oltre la via Roccazzo, è ancora presente per 200m circa, ma è stato chiuso all'estremità di via Roccazzo da una sbarra (per farne un parcheggio condominiale)



ed all'estremità opposta da un cancello, non presente all'epoca delle foto di sanna03.



In pratica, qualcuno si è appropriato di circa 2000 mq di terreno pubblico, e tutto ciò a due passi dalla sede della Polizia Municipale.



Oltre il cancello, il tracciato è stato eliminato nella realizzazione di una villetta pubblica, posta tra via Tombien e via Zaire, la cui cancellata di delimitazione a Nord ne segue comunque l'andamento.



Tra la via Zaire e la via Cartagine, esso è ancora rilevabile per 180m circa, ma anche in questo caso il segmento è stato chiuso alle due estremità con cancelli (anch'essi non presenti sulle foto di sanna03) per utilizzo quale parcheggio condominiale; altri 1000 mq di demanio sono divenuti proprietà privata.





Tra la via Cartagine e la bretella che mette in comunicazione la via Leonardo da Vinci con la via Roccazzo, il tracciato è rappresentato dalla via U.R. 3, aperta e percorribile.



Almeno fin quando qualcuno non deciderà di appropriarsene.



Più avanti, sono state realizzate delle strutture sportive sul percorso; sembra che la morfologia del terreno sia stata alterata, in quanto esse sorgono su un terrapieno, le cui variazioni
altimetriche non sembrano compatibili con la presenza di una sede stradale ferroviaria.

Al di là del terrapieno (ed a 5200 metri dalla stazione Lolli), vi è la seconda cantoniera




abitata ed in buone condizioni, oltre la quale si trova l'incrocio tra la via S. Isidoro e la via Ai Villini di S.Isidoro; quest'ultima è stata realizzata lungo il percorso del tracciato.





Sul sito di Wikipedia prima citato vengono espresse dubbi riguardo all'identità della strada con il percorso ferroviario originale, e ciò in ragione dell'eccessiva pendenza della strada.
Una persona che avevo citato in introduzione, il cui nonno aveva lavorato alla costruzione della ferrovia, sostiene di aver visto una galleria a BorgoNuovo che potrebbe aver fatto parte del tracciato. Questa è una sua idea, non un'informazione proveniente dal nonno.
Mi ha dato delle indicazioni di massima sull'ubicazione, ed io l'ho cercata, ma senza successo.
Ho eseguito la ricerca perchè essa, se esistente, avrebbe risolto il problema della pendenza.
Perchè una simile opera fosse stata vantaggiosa, comunque, si sarebbe dovuta realizzare in corrispondenza del costone di via Bronte, perforando così un breve tratto di roccia, e
mantenenendo l'allineamento con il tratto successivo alla via alla Falconara. In quel punto esiste una grotta naturale, ma nessuna galleria.
Probabilmente, questa persona avrà veduto qualche altra struttura, o uno dei passaggi per l'acqua piovana sotto i terrapieni.
Mi farò condurre sul luogo, ma fino a quel momento assumerò come corretta l'identificazione della via Ai Villini con il tracciato; tanto più che tale correttezza trova conferma in diversi riferimenti, mentre non avevo mai sentito parlare di gallerie in quella zona. Inoltre, la pendenza della via Ai Villini non è dissimile da quella presente in altre parti del tracciato. Poichè nel tratto iniziale della strada si nota un'intercapedine che corre parallelalmente al suo percorso, ma con una pendenza leggermente diversa, ed il cui prolungamento si troverebbe alla corretta distanza dalla cantoniera, è possibile che sia questa a segnare il decorso originale del tracciato.
La strada sbocca sulla via Falconara; il tracciato la attraversava progredendo oltre.

La ferrovia Palermo-Camporeale: la ricostruzione del tracciato


Come ho accennato prima, Lettore, ho cercato di documentare quanto a tutt'oggi resta della linea affinchè resti memoria di essa. Ciò ha implicato la ricostruzione del tracciato, ed è questa che descriverò. Descriverò i luoghi, ed il modo per raggiungerli, cosicchè se tu, Lettore, desiderassi vedere in persona ciò che descrivo, potrai farlo senza difficoltà. Prima che si dissolva completamente e definitivamente.
Per la ricostruzione mi sono avvalso, oltre che delle ispezioni sui luoghi, anche di informazioni assunte in loco, delle immagini tratte da GoogleEarth, e delle descrizioni presenti nei siti Web menzionati sopra.
La ricostruzione è stata completa, con cinque zone di incertezza: una piccola parte in città, l'attraversamento dell'attuale istituto zootecnico, la zona di Pianetto, il tratto tra la stazione di San Cipirello ed il viadotto successivo e l'ultima parte nei pressi di Camporeale. Per ciò che riguarda la prima e la terza delle "zone di incertezza" ritengo comunque che la mia ricostruzione sua abbastanza attendibile. Per ciò che riguarda la quinta ho potuto fare delle ragionevoli supposizioni, mentre per la seconda credo che l'unica possibilità sia una verifica sulle mappe dell'Istituto Geografico Militare disegnate tra gli anni Quaranta e Cinquanta. La quarta, che è anche la più lunga, è anch'essa ricostuita sulla base di supposizioni che appaiono ragionevoli; ma la ragionevolezza si basa solo sull'attuale orografia della zona, comunque sconvolta dalla realizzazione della strada a scorrimento veloce Palermo-Sciacca. Anche per essa, quindi, si dovrebbe ricorrere alle mappe IGM
Tutte le foto mostrate sono state scattate tra il 1 maggio ed il 21 luglio 2009
In atto sono visibili sei viadotti, tredici stazioni, quattordici gallerie, ventinove case cantoniere, più un certo numero di sottovia, ponti e cavalcavia.
Delle quattordici gallerie, tre non sono percorribili, una sarebbe percorribile a piedi, le altre sono attraversabili in auto.
E' possibile, sebbene con qualche difficoltà, percorrere, a piedi, cinque dei sei viadotti.
Nel corso della realizzazione sono cambiati gli stili architettonici dei frontali delle gallerie, dei viadotti e dei muri.
Ciò vale anche per le case cantoniere, che fino alla nona erano di dimensioni 10x8 con una finestra piccola per piano sui muri laterali, mentre dalla decima in poi diventano 10x10 e presentano due finestre grandi per piano
Le stazioni sembrano essere state realizzate secondo tre differenti tipologie.
La prima (che chiamerò "stazione principale") comprende edifici di circa 18m x 12m, con quattro luci per piano sul lato più lungo e tre sul lato più corto, con annesso magazzino merci con base di circa 12m x 12m. Sono state erette nei centri maggiori
La seconda (che chiamerò "stazione piccola") comprende edifici di circa 16m x 8m, con tre luci per piano sul lato più lungo e una sul lato più corto, con annesso magazzino merci con base di circa 11m x 7m. Si trovano in corrispondenza di centri minori
La terza ("fermata") comprende edifici di circa 16m x 8m, con tre luci per piano sul lato più lungo e una sul lato più corto, ma senza magazzino merci. Sono le fermate delle zone rurali, allora lontane da centri abitati.
La stazione di Santa Cristina Gela non sembrerebbe rientrare in nessuna delle tipologie. Ha infatti tre luci sul prospetto, ma anche sui muri laterali, si ed è quindi più larga (più di dieci metri) ("stazione secondaria")
La descrizione dello stato attuale (maggio-luglio 2009) verrà articolata in otto parti. Così spero, Lettore, di non annoiarti troppo.

La ferrovia Palermo-Camporeale: la dismissione della linea


Il progetto prevedeva che la linea ferroviaria giungesse fino a Salaparuta, passando per Uditore, Baida, Monreale, Altofonte, Santa Cristina Gela, Piana degli Albanesi, San Cipirello, Camporeale e Poggioreale, con alcune fermate intermedie; di fatto, la realizzazione non superò mai Camporeale.


Le notizie sulla posa dei binari sono però varie.

C'è chi dice che la ferrovia non venne mai armata a causa della campagna d'Abissinia.

C'è chi dice che venne armata fino a Monreale, e poi disarmata negli anni Cinquanta. Vengono citate foto del tratto nei dintorni della Fontana del Drago che mostrano il binario sul tracciato, e foto aeree della zona del carcere Malaspina risalenti agli anni Cinquanta in cui il binario non è visibile.

Per descrizioni più dettagliate, rimando ai siti Web citati in introduzione; ad esse io posso solo aggiungere tre informazioni:


1) Di recente ho avuto un colloquio in proposito con una persona di Monreale il cui nonno partecipò ai lavori della ferrovia. Egli sostiene che il nonno gli abbia raccontato come nessuna posa dei binari ebbe luogo; presumo però che egli si riferisse a Monreale

2) Nella Relazione della Commissione per lo studio del piano regolatore delle ferrovie del Consiglio Superiore del Ministero per i Lavori Pubblici, edito nel 1953 dall'Istituto Poligrafico dello Stato, nel Capitolo VI CAPITOLO VI. - Sistemazione delle reti ferroviaria e stradale Sicula, il punto 8. è: "Completamento della ferrovia a scartamento ridotto Palermo-Monreale-Camporeale e suo prolungamento fino a Salaparuta"


3) In due sequenze filmate in mio possesso, girate da mio padre all'inizio degli anni Sessanta e che mostrano l'area dove attualmente sorge la Stazione Notarbartolo sono chiaramente visibili i binari a scartamento ordinario e ridotto affiancati. Questo è un fermo immagine di una delle due sequenze digitalizzate:





Appare ovvio quindi che la ferrovia fu di sicuro parzialmente armata, che la posa del binario venne sospesa prima che si giungesse a Monreale, che l'intenzione, almeno negli anni Cinquanta era di completarla, e che almeno parte del binario rimase fino agli anni Sessanta