sabato 28 aprile 2007

LA DEFINITIVA SCOMPARSA DEGLI ULTIMI RESIDUI DEL CONCETTO DI "GIUSTIZIA" ovvero la condanna di Annamaria Franzoni

E' colpevole Annamaria Franzoni?
Ha un senso porsi questa domanda?
L'unico senso può essere dato dal fatto che la magistratura in Italia ha eliminato anche gli ultimi residui del concetto di giustizia.

Viste le risultanze delle indagini e le motivazioni addotte, anche il solo chiedersi se la madre di Samuele sia colpevole è un nonsenso logico.

In assenza di ammissione di colpa o di prove schiaccianti, servirebbero almeno tre elementi concordanti: il movente, l'arma e l'occasione.

Dei tre, solo l'occasione è valida per la signora Franzoni. Come è valida per chiunque altro potesse trovarsi da quelle parti a quell'ora.

Leggendo il testo dell'ordinanza di custodia cautelare del marzo 2002, sembrerebbe che uno dei motivi principali per escludere la colpevolezza di altri sarebbe costituita proprio dalla mancanza di movente.

Ma, ragionamo un momento. Un genitore responsabile e sano di mente (come è stata riconosciuta Annamaria Franzoni) cerca di proteggere la prole da aggressioni esterne. Se nessun altro aveva il movente per uccidere il bambino, a maggior ragione non lo aveva la madre.

L'arma del delitto, finora, non si trova.

Se ne deduce che in simili condizioni, l'ultima persona che dovrebbe venire imputata del delitto è proprio la signora Franzoni.

D'altra parte, chi ha ucciso i figli in preda ad un folle istinto, non resiste più di qualche giorno prima di confessare. Annamaria Franzoni invece resiste per anni. Prende in giro tutti i familiari che l'appoggiano incondizionatamente. Ipnotizza persino il marito che difende a spada tratta l'assassina di suo figlio. Una tale determinazione presuppone un movente fortissimo che, sottolineamo ancora una volta, la Franzoni è l'ultima persona al mondo ad avere.

Solo i magistrati, furbi, non si fanno prendere in giro. E tirano fuori delle articolate motivazioni della loro furbizia.

E' molto istruttivo leggere il testo della succitata ordinanza, perchè consente di comprendere meglio quali siano le basi della formulazione delle accuse. Gran parte della ricostruzione si basa sulle dichiarazioni della stessa Franzoni. Che a volte vengono recepite integralmente, altre invece vengono considerate false. Abbastanza ovviamente, la scelta riguardo a quali considerare vere e quali false viene effettuata sulla base del risultato pratico. Se Annamaria Franzoni ha rilasciato in tempi diverse dichiarazioni diverse riguardo alla stessa circostanza, è vera quella che la incastra e falsa quella che la scagiona.

Annamaria Franzoni non si è trovata nell'impossibilità materiale di commettere il delitto. Ma questo vale anche per migliaia di altre persone. Il problema è che tra queste migliaia si è scelto proprio lei, che non aveva alcun motivo plausibile per commetterlo, senza alcun motivo vero.

Quello che si rileva è solo un'incapacità di ricostruire senza ombra di dubbio i fatti di quel giorno. Questa incapacità può essere oggettiva (cioè, nessuno sarebbe mai stato in grado di farlo per oggettiva impossibilità) o soggettiva (cioè, gli investigatori ed i magistrati non sono stati capaci di farlo per personale incapacità). Comunque stiano le cose, si è deciso di far pagare tale incapacità ad Annamaria Franzoni con sedici anni di carcere.

Ah, dimenticavo...il bastardo che nel 2004 uccise, con suo figlio, un padre di famiglia a Palermo, colpendolo vilmente mentre era seduto dentro l'auto, è a piede libero...